Da millenni l’uomo si è trovato a contrastare la presenza dei roditori, certo non subito ci si era accorti che gli stessi erano portatori di gravi malattie, ma comunque fin dall’antichità erano associati a un concetto di degrado, sporcizia, e contaminazione delle provviste alimentari.
Lo sta a dimostrare la presenza iconografica dei gatti fin dal 3000 a.C. in Egitto, la loro fama come abilissimi cacciatori di ratti si sparse rapidamente e nonostante fosse severamente proibito farli uscire dalla terra dei faraoni, i Romani trovarono il modo di portarli al di fuori dall’Africa un po’ ovunque. Questo fu uno tra i primi sistemi di controllo conosciuti in campo internazionale.
Essendo i Roditori parassiti al pari di tanti altri, il metodo più ovvio per eliminarli è ucciderli. Purtroppo nel caso dei Ratti, Topi e affini la loro spiccata neofobia e la loro adattabilità, ha portato l’uomo a escogitare sistemi e tecnologie sempre diversi, ma a tutt’oggi sono ancora i vari rodenticidi e i dispositivi di cattura per topi a costituire la quasi totalità delle soluzioni effettivamente disponibili.
Indice:
Sostanze usate per il controllo dei Roditori - Rodenticidi
Le sostanze rodenticide usate per la derattizzazione si possono dividere in tre gruppi:
- Rodenticidi cronici (anticoagulanti)
- Rodenticidi acuti
- Rodenticidi sub acuti
Analizziamone i pro e i contro; per ulteriori informazioni sul topicida wikipedia ha una pagina dedicata all’argomento.
Rodenticidi Anticoagulanti
Affrontiamo ora l’argomento dei Rodenticidi cronici, anche chiamati Anticoagulanti, che sono a tutt’oggi i rodenticidi più usati.
Come agiscono i Rodenticidi cronici?
I Rodenticidi cronici pur essendo di struttura chimica differente, hanno lo stesso meccanismo d’azione; agiscono sui fattori della coagulazione del sangue che richiedono la presenza della vitamina K, che proprio per questo è anche l’antidoto usato in caso di ingestione accidentale.
L’organo principale che colpiscono nei Roditori è il fegato, inibendo il processo di sintesi, l’animale deve ricorrere alla fonte alimentare per ottenere vitamina K, ma la vitamina che viene assorbita attraverso gli alimenti non è sufficiente se non per un breve lasso di tempo, di solito per pochi giorni, poi cominciano a verificarsi le emorragie.
I Sintomi
I sintomi sono costituiti da debolezza, letargia, riflessi lenti, postura con la schiena incurvata, e a volte sono visibili tracce di sangue attorno a naso, occhi, bocca e ano. Il sopraggiungere dei primi segni clinici avviene dopo 1-5 giorni dall’ingestione e la morte entro i 3 e i 5 giorni.
Oltre che per via orale, gli anticoagulanti sono estremamente tossici anche in caso di contatto con la pelle o per inalazione.
Dovuto alla loro bassa solubilità non vengono assorbiti dalle piante alimentari nel caso di un uso sulle colture, possono tuttavia essere assai persistenti sul suolo.
- Dovuto alla loro azione che si manifesta nel tempo, è praticamente impossibile che gli animali associno il malore con l’ingestione dell’esca rodenticida anticoagulante, questo fa si che non si sviluppi la diffidenza e che continuino a mangiarne.
- Esiste un efficace antidoto, al contrario dei Rodenticidi acuti e sub-acuti, che è la vitamina K e che, ha l’opportunità di essere somministrato in tempo, dovuto al fatto che i rodenticidi cronici, non hanno azione immediata.
- Il fenomeno dell’insorgere di ceppi di roditori geneticamente resistenti agli anticoagulanti.
Il fenomeno della resistenza agli anticoagulanti
È bene specificare che, si sono manifestati fenomeni di resistenza al principio attivo delle sostanze anticoagulanti , ormai in tutto il mondo.
Dovuto a questa resistenza ai Rodenticidi cronici che, per la prima volta si è evidenziata in una zona agricola della Scozia nel 1958, probabilmente trasmessa geneticamente da alcuni individui, e allargatasi radialmente con una velocità media di 4,8 km l’anno, è cominciata la ricerca per trovare nuove sostanze in grado di contrastare il fenomeno della resistenza agli anticoagulanti.
In caso di sospetta resistenza agli anticoagulanti, bisogna ricordare l’importanza che la derattizzazione in atto venga eseguita da personale specializzato, che sarà capace di analizzare i molteplici fattori cause del fallimento e proporre una soluzione adeguata.
Non tentate di risolvere il problema da soli perché:
- Potreste contribuire involontariamente all’allargamento del fenomeno non riuscendo a debellare gli individui geneticamente resistenti.
- Potreste contribuire involontariamente a sviluppare il cosiddetto fenomeno delle “resistenze incrociate”, somministrando un altro tipo di anticoagulante inadatto.
La soluzione consigliata da qualsiasi ditta di derattizzazione che si rispetti, difficilmente sarà quella della somministrazione di un rodenticida acuto, in sostituzione dell’anticoagulante, eccetto casi di estrema gravità e urgenza, ma quella di un erogatore d’esca o trappola che dir si voglia, che funziona senza l’uso di esche tossiche, tipo EKOmille, che per mia esperienza è ecocompatibile, sicuro e quando ben collocato, di estrema efficienza.
Anticoagulanti di prima generazione
Analizziamo qui a seguire gli anticoagulanti di prima generazione, anche chiamati Rodenticidi cronici, mettendo in evidenza i pro e i contro di ogni sostanza.
Wafarin
È conosciuto in altri paesi come Zoocumarin o Coumafene, primo anticoagulante in commercio dall’inizio degli anni ’50. Disponibile in un grande numero di formulazioni.
PRO:
- Dovuto appunto alla scoperta di ceppi resistenti, è stato potenziato inserendo nella formulazione un antibiotico, che elimina i batteri intestinali che sintetizzano la vitamina K (responsabile per la coagulazione del sangue).
- Il principio attivo si presenta in formulazione come una polvere secca e quindi può essere usato anche come veleno per topi anticoagulante da pista, ossia cospargendo il cammino dei Ratti di modo che attaccandosi all’animale questo si ripulisca leccando dalle sue zampe il veleno.
CONTRO:
- Alcuni mettono in dubbio la sua reale efficacia nei confronti del Topo domestico e del Ratto nero.
- Sono stati riscontrati molti casi di resistenza.
- Scarsa appetibilità.
- Necessita di più assunzioni da parte dell’animale.
Coumatetralyl
Sintetizzato in Germania e messo in commercio nel 1956 , simile al Wafarin
PRO:
- Maggiore appetibilità rispetto al Wafarin.
- Funziona anche come polvere da pista (vedi sopra).
CONTRO:
- Sono riscontrati casi di resistenza anche di resistenza incrociata con il Wafarin.
- Effetti rilevanti sui pesci , idrosolubile nelle acque.
Coumacloro
Derivato cumarinico, anche questo sintetizzato in Germania.
PRO:
- Tossicità elevata anche se ancora non molto ben conosciuta nei riguardi di Topi e Ratti.
- Non è facilmente solubile in acqua.
- Funziona anche come polvere da pista.
CONTRO:
- Poca appetibilità sia nei riguardi del Topo domestico che del Ratto delle chiaviche
Pindone
Introdotto nel mercato statunitense nel 1953 è un derivato dell’indanedione, il primo ad essere sintetizzato. Conosciuto in Europa come Pival o Pivaldione.
PRO:
- Non è facilmente solubile in acqua.
Chlorophacinone
Anche questo è un derivato dell’indanedione, è il più diffuso in Italia. Introdotto in Francia nel 1961, molto usato sia in Europa che negli Stati Uniti.
PRO:
- Efficacia sul campo maggiore del Wafarin.
- Bassa tossicità per le specie non bersaglio,viene usato nelle colture a pieno campo nella lotta alle Arvicole
CONTRO:
- Meno appetibile del Wafarin.
- Sono riscontrati casi di resistenza.
- Meno efficace nei confronti del Topo domestico.
Diphacinone
Derivato dell’indanedione, molto usato negli Stati Uniti anche nella lotta alle Arvicole e Ratti nei frutteti.
PRO:
- Poco solubile in acqua e degradato lentamente nel suolo.
- Molto efficace nella lotta al Ratto delle chiaviche.
- Usato anche nella lotta ai pipistrelli vampiri in Sud America.
CONTRO:
- Meno efficace nella lotta al Topo domestico.
Anticoagulanti di seconda generazione
- Difenacoum
- Bromadiolone
- Brodifacoum
- Flocoumafen
- Difethialone
Difenacoum
Primo anticoagulante della seconda generazione , messo in commercio nel 1976, è uno dei Rodenticidi più usati al mondo.
PRO:
- Molto efficace nella lotta ai Ratti e Topi sia nei confronti del Rattus rattus (Ratto dei tetti) che del Ratto delle chiaviche come del Mus domesticus (Topo domestico).
- Poco tossico per tutti i principali animali domestici.
- Tempo di dimezzamento nel fegato dei roditori intossicati di 118-120 gg, tra i più brevi tra gli anticoagulanti di seconda generazione. Questo significa meno pericolo di avvelenamento per le specie predatorie.
CONTRO:
- Si sono presentati casi di resistenza pur essendo un rodenticida cronico di seconda generazione, sia nel Ratto delle chiaviche (Inghilterra) che nel Topo domestico (Inghilterra)che per il Ratto dei tetti (Francia).
- Appetibilità inferiore al Bromadiolone.
Bromadiolone
Immesso sul mercato nel 1976 a pochi mesi di distanza dal Difenacoum. Anche questo è tra i rodenticidi più usati al mondo.
PRO:
- È sufficiente una sola ingestione per causare la morte dei roditori.
- Ottima appetibilità.
- Bassa solubilità nell’acqua e degradazione lenta nel suolo.
CONTRO:
- Il tempo di dimezzamento nel fegato dei roditori colpiti è il più lungo tra gli anticoagulanti (170 gg), quindi ne è sconsigliato l’uso in pieno campo, se non un uso attentamente monitorato. Può causare la morte involontaria dei predatori.
- Sono stati segnalati casi di resistenza.
Brodifacoum
Sul mercato dal 1979, ancora oggi largamente utilizzato, la sua eleva tossicità ne fa il più potente tra gli anticoagulanti in commercio.
PRO:
- Fortemente insolubile in acqua e non degrada nel suolo.
- A tutt’oggi immune dal fenomeno di resistenza.
CONTRO:
- Ridotta appetibilità.
- In gran Bretagna ne è vietato l’uso nelle aree esterne degli edifici, dato il suo potenziale tossico per gli animali non bersaglio.
Flocoumafen
Anticoagulante molto potente si trova sul mercato dal 1984. Tossicità di poco inferiore al Brodifacoum per quanto riguarda il Ratto delle chiaviche.
PRO:
- Il Flocoumafen non è facilmente solubile in acqua ed è degradato lentamente nel suolo.
- Non sono noti casi di resistenza.
CONTRO:
- Molto pericoloso nei confronti di altri animali non bersaglio, soprattutto per i cani.
- Meno tossico nei confronti del Topo domestico e del Ratto dei Tetti.
Difethialone
È l’ultima novità in fatto di anticoagulanti, è considerato il precursore di una nuova famiglia di principi attivi; i benzotiopiranoni.
PRO:
- Elevata tossicità sia contro il Ratto delle chiaviche che contro il Topo domestico.
- Presente sul mercato in molte formulazioni.
- Non sono stati segnalati casi di resistenza.
CONTRO:
- Pericoloso per le specie non bersaglio anche se il tempo di eliminazione nel fegato dei roditori è il più breve tra tutti gli anticoagulanti di seconda generazione.
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Rodenticidi Acuti: Cosa Sono?
La definizione generale vuole che si possa definire veleno acuto un veleno in grado di condurre alla morte del roditore in meno di 24 ore. Purtroppo alla rapidità si associa anche la tossicità e la mancanza di antidoti per queste sostanze e quindi la loro pericolosità in caso di ingestione accidentale è grande, e necessitano sempre di un accurata supervisione da parte di personale specializzato.
Altro inconveniente è la diffidenza per l’esca che si può sviluppare nel roditore altrettanto rapidamente, nel caso di un ingestione non sufficiente (dose sub-letale), specialmente nei primi giorni di somministrazione; non scordiamoci che il ratto si approssima sempre cautamente a tutto quello che di nuovo trova sul suo cammino e difficilmente mangerà tutto il veleno in una volta. A questo problema si può ovviare utilizzando la tecnica del pre-adescamento, ossia collocando esche simili in formato e sapore ma non tossiche, in antecedenza.
Il veleno è Illegale
È importante sottolineare comunque che la normativa Comunitaria Europea in materia di biocidi, prevede una esclusione di queste sostanze dalla commercializzazione.
FOSFURO DI ZINCO
Ha avuto ed ha, una grande diffusione in tutto il mondo, a partire della prima guerra mondiale.
Come colpisce: Nell’ambiente umido dello stomaco.
Dose letale: Rattus norvegicus (ratto delle chiaviche) 40 mg • kg¹
Mus musculus (topo domestico)32 mg • kg¹
Tempo di azione: Primi sintomi entro i 25 minuti dall’ingestione. Morte nell’arco delle 24 ore
Pro:
- Il fosfuro di zinco non viene accumulato nei muscoli o in altri organi, riducendo i rischi di intossicazione per altri animali non bersaglio.
- Si degrada abbastanza rapidamente se collocato in esche fresche artigianali a base di frutta o verdura e in ambienti umidi
Contro:
- Non esiste antidoto, molta attenzione deve essere collocata nel preparare le esche in quanto le polveri di fosfuro di zinco sono estremamente pericolose se inalate.
- In caso di dosi sub-letali, causa diffidenza nei roditori bersaglio. È necessario usare la tecnica di pre-adescamento.
Si sconsiglia l’uso se non in determinate condizioni (esche preparate e collocate da ditte di derattizzazione specializzate) e con precise garanzie di sicurezza.
Il veleno è Illegale
Narcotico usato in passato come repellente e anestetico per uccelli. La sua azione rodenticida fu scoperta per caso nella decada del ’60.
Come colpisce: Agisce sul sistema nervoso producendo un rallentamento dei processi metabolici, l’animale muore per ipotermia (assideramento),che è la morte più rapida per i roditori di piccola taglia.
Dose letale: Più attivo per il Topo domestico , 190-300mg • kg¹; Ratto 200-400mg • kg¹ la temperatura ambientale ideale, perché il veleno svolga la sua azione tossica, deve essere inferiore a 16°C.
Tempo di azione: sintomi entro la prima ora dall’ingestione
Pro:
- Minor livello di rischio, tra i rodenticidi acuti per gli animali non bersaglio, di taglia media o grossa.
- L’Alfacloralosio dà una Morte rapida con basso livello di sofferenza per l’animale intossicato.
Contro:
- Considerata la rapidità dell’azione induce facilmente una maggiore diffidenza all’esca.
- Necessita di tecnica pre-adescamento.
Pur non esistendo antidoto in caso di avvelenamento accidentale bisogna tentare di riscaldare al più presto l’animale intossicato, coprendolo e non massaggiando gli arti, perché in quel caso si rischia di allontanare il sangue dal cuore.
NORMORBIDE
Anche questo è un veleno scoperto a metà degli anni ’60. È utilizzabile solo per i Ratti, ha poco o quasi nullo effetto sui Topi domestici e altri Roditori. In realtà ancora non si è capito bene il perché funziona in questo modo.
Come colpisce: Azione tossica sull’apparato circolatorio, agisce da vasocostrittore. Uno dei sintomi sono gli arti che tendono a sbiancare.
Dose letale: Funziona, come dicevamo sopra, solamente per il Ratto delle chiaviche o pantegana (Rattus norvegicus) nella dose di 5-15mg • kg¹ ; per il Rattus Rattus (ratto dei tetti) già la dose del rodenticida deve essere di 50mg • kg¹.
Tempo di azione: tra i 15 minuti e le 4 ore successive dall’ingestione della dose letale.
Pro:
- È praticamente il meno pericoloso per l’uomo e gli animali domestici.
- Non ha conseguenze per altri animali non bersaglio (predatori ecc.).
Contro:
- Bassa appetibilità anche se incapsulato.
- Scarsa efficacia su Topo domestico e altre specie di Roditori.
ANTU (Alpha-naphtyl-thiourea)
Sviluppato negli Stati Uniti intorno agli anni ’40, anche questo è un Rodenticida acuto particolarmente efficace per il Ratto delle chiaviche, la cui azione non è ancora del tutto conosciuta.
Come colpisce: si sa che agisce aumentando la permeabilità dei capillari dei polmoni, provocando edema polmonare e difficoltà respiratorie.
Dose letale: Varia molto secondo il peso e dell’età dei Roditori.
Tempo di azione: rapida comparsa dei sintomi, morte nelle prime 2-4 ore dall’ingestione.
Contro:
- Tra le specie non bersaglio; i cani e i maiali, possono subirne gravi conseguenze.
- Diffidenza all’esca. Necessaria tecnica di pre-adescamento.
- Difficoltà nello stabilire la dose letale.
- Si sospetta azione cancerogena nei confronti delle persone.
ALFACLORIDINA
Questa sostanza ha un interessante principio attivo; può agire sia come veleno che come sterilizzante per i Ratti e altre specie di Roditori.
Come colpisce: provoca lesioni nelle cellule epiteliali, impedendo il trasporto degli spermatozoi.
Dose letale: come veleno acuto: 152mg • kg¹ per il Ratto delle chiaviche; 160mg • kg¹ per il Topo domestico
Pro:
- La sterilizzazione non influisce sulle dinamiche sociali dei Ratti, perciò l’animale rimane come maschio dominante, continuando ad accoppiarsi.
- Come sterilizzante quindi non provoca un eccessiva diffidenza.
Contro:
- Come sterilizzante funziona bene per il Ratto nero e il Ratto delle chiaviche ma non sterilizza il Topo domestico
- Scarsa appetibilità, la sostanza deve essere microincapsulata.
SCILLIROSIDE
Questa è una sostanza prodotta attraverso la sintetizzazione chimica avvenuta nel 1959, di un estratto naturale chiamata Scilla rossa preso dalla pianta Urginea maritima della famiglia delle Liliacee usata fin dal tempo degli antichi Egizi sia per le proprietà medicinali che come Topicida.
Come colpisce: Agisce sul cuore provocando convulsioni, paralisi e quindi morte.
Dose letale: 50mg • kg¹ per il Topo domestico e 200 – 250 mg • kg¹ per le femmine del Ratto delle chiaviche, mentre per il maschio del Rattus norvegicus, meno sensibile, ci vogliono 500mg • kg¹
Tempo di azione: I sintomi per l’ingestione di scilliroside appaiono dopo alcune ore , la morte sopravviene spesso entro le prime 12 ore.
Pro:
- La formula chimica ora sintetizzata è un prodotto omogeneo e biologicamente stabile con tossicità elevata.
Contro:
- L’estratto di Scilla rossa ha un appetibilità bassa per le specie bersaglio, sapore amaro.
- Rischi maggiori per esseri umani e animali non target, numerosi i casi di avvelenamenti accidentali.
SODIO MONOFLUOROACETATO e SODIO FLUORACETAMIDE
Prodotto non registrato in Italia
Il Sodio Monofluoroacetato conosciuto anche come 1080, dato il suo basso costo e la sua elevata tossicità, non ha un target specifico, e per questo viene spesso usato in altri paesi come la Nuova Zelanda per il controllo dei topi, e altri roditori come gli opossum e i conigli, a volte con gravi conseguenze per altri erbivori e canidi. Stessa cosa vale per il Sodio Fluoracetamide detto: 1081, che è molto simile ma più leggero.
Come colpisce: agisce causando l’accumulo di acido citrico, quando viene ingerita una dose non letale, l’animale si riprende nel giro di 1-4 giorni. La morte avviene quasi sempre per arresto cardiaco, negli erbivori, nei carnivori per blocco della respirazione.
Tempo di azione: i primi sintomi si manifestano dopo mezz’ora dall’ingestione la morte nelle 24 ore successive.
Contro: La sua tossicità per le specie non bersaglio, soprattutto Carnivori e canidi.
Altri tipi di Rodenticidi Acuti
Molti Topicidi acuti sono stati abbandonati nel tempo perché basati su metalli pesanti quali fosforo, arsenico, stricnina, crimidina e come dicevamo, in un prossimo futuro saranno messi fuorilegge dalle nuove normative Comunitarie sui biocidi, lasciando spazio alle nuove generazioni di anticoagulanti (rodenticidi cronici) dei quali parleremo più avanti.
Comunque per correttezza d’informazione vogliamo fornire alcune informazioni basiche:
FOSFORO: molto tossico per l’ambiente
ARSENICO: è una tossina che si incontra diffusamente in natura ma è più tossico per l’uomo che per le specie bersaglio. È una sostanza già proibita ovunque oltretutto perché provoca notevoli sofferenze agli animali intossicati.
SOLFATO di TALLIO: provoca danni a carico dell’apparato intestinale, del sistema nervoso e respiratorio. I sintomi ci mettono vari giorni per apparire ( da 1 a 3 giorni). È una sostanza troppo sensibile all’umidità e quindi dissolvendosi inquina facilmente le acque e il terreno.
STRICNINA: è un alcaloide del frutto dell’albero Srychnos nux vomica , agisce molto rapidamente (1 ora) , agisce sul sistema nervoso centrale, è proibita in Italia da tempo come topicida, ma purtroppo viene ancora illegalmente usata per uccidere cani, volpi, lupi ed altri animali.
CRIMIDINA: È stata usata fino a qualche tempo fa in basse concentrazioni nelle esche pronte, molto tossica per i Mammiferi, agisce sul sistema nervoso centrale. Ha come svantaggio il fatto che si decompone troppo rapidamente in ambienti umidi e le esche con questa sostanza sono poco appetibili per i Roditori. Di buono ha che se ne conosce l’antidoto; la piridossina.
Rodenticidi Sub-Acuti
Ciò che caratterizza i Rodenticidi sub acuti è che al contrario di quelli acuti, pur con una dose unica di sostanza ingerita, il Ratto o il Topo muoiono nell’arco di alcuni giorni e non nelle 24 ore che seguono.
- Pro: Negli animali che hanno ingerito la sostanza rodenticida, anche in dosi sub-letali si genera una forma di anoressia e quindi cessano i danni prodotti dall’alimentazione degli stessi Roditori.
- Contro: Allo stesso modo però in cui causa anoressia (ossia mancanza di appetito) impedisce di continuare a mangiare l’esca collocata e impedisce l’eliminazione totale di quei soggetti che hanno ingerito dosi sub-letali.
I Rodenticidi sub-acuti agiscono sulla funzione digestiva dei Roditori
(Vitamina D2)
- Colecalciferolo (Vitamina D3)
Ergocalciferolo e Colecalciferolo
Queste due sostanze stimolano l’assorbimento del calcio da parte dell’intestino, causando la morte per calcificazione dei reni e arterie.
La morte sopraggiunge dopo alcuni giorni ( di media 2) causando un elevato e prolungato livello do sofferenza, sono perciò considerati veleni il cui uso è definito disumano.
Tutte e due le sostanze hanno più effetto sopra il Topo domestico (mus musculus) a seguire sul Ratto dei Tetti (rattus rattus) e minor effetto sul Ratto delle chiaviche (rattus norvegicus).
Brometalina
È un principio attivo dell’azione neurotossica, la morte sopraggiunge per blocco della respirazione, causando tremori, convulsioni, e paralisi degli arti posteriori.
La tossicità di questo Rodenticida è elevata sia nei confronti dei Ratti che dei Topi, ma anche purtroppo nei confronti dei Cani e soprattutto dei Gatti.
Ricordiamo che come per i biocidi, Rodenticidi acuti, queste sostanze sono escluse da una futura commercializzazione nell’Unione Europea.
Conclusione
Concludiamo questa breve e sintetica descrizione delle sostanze anticoagulanti utilizzate nei procedimenti di derattizzazione, ricordando a tutti gli interessati, quanto sia importante usare queste sostanze con assoluto discernimento e responsabilità, sempre e comunque assessorati da personale specializzato e preferendo quando possibile altri metodi di derattizzazione come ad esempio le trappole per topi erogatrici d’esca non tossica, come ad esempio il sistema ekomille , decisamente più ecosostenibili e causa di minore sofferenza per gli animali da derattizzare.